Non ho mai pensato che l’arte di scrivere canzoni fosse qualcosa di divino e spirituale, un dono geneticamente tramandato.
Non ho mai creduto che un’entità guidasse la mia mano per trasferire magicamente parole e note su un foglio e sul pentagramma. Ogni giorno varco la soglia del mio studio e so che porterò a termine il mio lavoro qualunque esso sia, anche se non sono ispirato, anche se la giornata è iniziata malissimo.
Nonostante questo mio forte scetticismo verso la parte sognante più decantata di questo mestiere, però, non ho mai temuto che l’autore umano potesse essere sostituito con l’intelligenza artificiale.
Voglio dire che, anche se scrivere per me è diventato qualcosa di quotidiano, schematico, metodico, non ho nella maniera più assoluta alcuna paura che una macchina possa sostituire il mio talento.
Sì, perché la chiave di questa riflessione e di questa tematica tanto affascinante quanto spaventosa sta nel TALENTO.
Premesso che nella mia crescita artistica non mi sono mai negato l’utilizzo di strumenti tecnologici e all’avanguardia per fare meglio il mio lavoro, e premesso che preferisco studiare ciò che mi fa paura piuttosto che demonizzarlo, conosco a tal punto il mio talento da sapere che niente può sostituire la parte creativa che risiede nel mio involucro.
Nessuna tecnologia può gestire un’emozione e trasformarla in canzone. Il mio successo nel songwriting dipende dal modo in cui affronto la vita, anzi nel modo in cui vivo.
Il dolore, per esempio, è l’emozione che mi ha ispirato e regalato le più belle opere. L’amore, la solitudine, il diventare padre sono stati momenti indispensabili nel processo creativo.
Quindi sono arrivato alla conclusione che “se non vivo non scrivo”, come recita la mia massima sui social.
Uso ogni giorno l’Intelligenza Artificiale. Mi aiuta in tutte le mie faccende, che si tratti di rielaborare un testo, correggerlo o suggerirti la rima più bella o più originale, ma è uno STRUMENTO, nient’altro che uno strumento schiavo del mio talento, così come può esserlo un dizionario dei sinonimi.
L’Intelligenza artificiale mi fa guadagnare tempo perché fa quei lavori sporchi e di poco conto. Senza le mie indicazioni, non è in grado di fare nulla, tanto meno scrivere una canzone.
Un pilota di Formula Uno può vincere una gara grazie a un’auto più veloce, ma senza pilota c’è poco da gareggiare.
Ecco perché in questo mondo futurista sempre più terrorizzato dalle novità io mi sento il pilota della mia creatività, una collaudata macchina che da trent’anni dispensa emozioni e nessuno, tanto meno un processore, può farlo al posto mio.
Crediti Foto: A.I. – Intelligenza artificiale (A.I. Artificial Intelligence) – Steven Spielberg